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Arte enologica a Bernalda

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L'arte enologica a Bernalda

Pagine a cura del Dott. Gianpaolo Palazzo



Il vino e i suoi strumenti tra passato e presente

Questo piccolo e breve filo della memoria, raccontato per immagini tra il passato ed il presente, è frutto di una più ampia ricerca sul vino e le sue tradizioni affidatami dai docenti d'Etnologia e Antropologia Culturale dell'Università Cattolica di Milano. Si dice in giro, molto spesso, che il Bernaldese non ha costumi forti e radicati nell'ambito delle tradizioni popolari. In molti casi questa potrebbe essere un'affermazione giusta, ma sono certo che, mettendosi alla ricerca, le cose interessanti vengano fuori. Nel Sud è ancora molto praticata la consuetudine, ereditata dagli antichi abitanti della Magna Grecia, di produrre il vino con le proprie braccia e Bernalda non ne è esente.
Il mio lavoro si è interessato degli strumenti necessari per il vino, ed ho costatato che, per arrivare al prodotto finito, il cammino, nel passato come nel presente, è lungo. Attraverso una serie d'interviste, necessarie per avere una visione più completa dell'argomento in esame, ho conosciuto tutto un mondo umano che ruota intorno alla preparazione del vino, un mondo fatto di grandi sacrifici, pronti ad essere ricompensati solo dalla buona riuscita del prodotto. Da quanto detto è emerso che l'arte enologica non è così facile come a prima vista può sembrare. Richiede, infatti, una certa esperienza e capacità nella conoscenza dei vari tipi di uva che, attualmente, con l'introduzione dei nuovi vitigni, vengono raccolti nel nostro territorio. Per quanto attiene alla pigiatura del prodotto, si partiva, già da molto tempo prima della
vendemmia, con la preparazione delle botti, lavate con le catene e lo zolfo. Riuscire a fotografare le botti è stata un'impresa! Infatti, dalle informazioni in mio possesso, quasi nessuno più a Bernalda le ha e, soprattutto, le usa, perché sostituite dalle damigiane o da bidoni in plastica.
Tra gli strumenti presenti nelle fotografie, rientra anche il famoso
varlàcchj, (clicca qui) termine che, alle nuove generazioni, non ricorda o dice nulla, ma che, in realtà, era utile come recipiente per riporre l'uva appena tagliata. Anche per scovare l'indispensabile strumento del passato, la mia ricerca non è stata molto semplice. Ho dovuto sfidare la diffidenza della proprietaria, ma, alla fine, il suddetto contenitore è stato consegnato, tramite le foto, alla ricerca. La raccolta fotografica mette insieme, inoltre, una serie di frvtúr, (clicca qui) grandi recipienti destinati a contenere l'uva pigiata durante la fermentazione. Sono rimaste poche cantine, quasi tutte ubicate nel centro storico, atte a conservare queste preziose testimonianze di un passato che la moderna civiltà globale, con i suoi ritmi e le sue leggi di mercato, sta facendo scomparire. Sarebbe utile non disperdere questo patrimonio che abbiamo in Bernalda, valorizzandolo, per esempio, con un percorso turistico! Questo viaggio nel passato, potrebbe essere proficuo per mettere a confronto le diverse generazioni e servirebbe da spunto per riportare i bambini e gli adulti, insieme, a scoprire, o meglio, a riscoprire i luoghi e i prodotti del nostro paese. Offrirebbe, oltre al resto, interessanti occasioni per incrementare l'industria enologica dando, in questo modo, lavoro a cooperative di giovani ed imprenditori, ma qui mi fermo, perché la mia, è solo una proposta.
Mi è stata rivelata nelle interviste una piccola "chicca" che riporto: l'uva, molto spesso, veniva fatta macinare da ragazze vergini, con la convinzione che il vino futuro fosse migliore. Tra le affascinanti scoperte sono riuscito a trovare una
pigiatrice interamente fatta in legno e tuttora usata. E' presente anch'essa in questa mia antologia d'immagini, insieme a macchine più recenti. Oltre alle botti, ho fotografato delle damigiane antiche con l'involucro esterno in vimini e corda, pronte per essere buttate. Chiudono, solo idealmente il percorso, le foto dei torchi con modelli antichi e recenti. Pertanto la ricerca lascia il campo aperto a qualsiasi tipo d'indagine.

Biografia: Gianpaolo Palazzo è nato a Taranto e risiede attualmente a Bernalda (Mt). Dopo aver completato gli studi al Liceo Classico "E. Duni" di Matera, si è laureato in lettere classiche presso l'Università Cattolica di Milano.

Copyright ©; 2001 di Gianpaolo Palazzo Bernalda (MT).
Le foto fanno parte dell'archivio di Gianpaolo Palazzo, salvo diverse indicazioni.
È vietata la riproduzione, anche parziale, delle foto pubblicate.

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